Castelnuovo Magra, a un tiro di sputo da Sarzana. Qui v'? il rifugio di Hector d'Arkness, aperto a qualunque confratello di clan o altri cainiti con oscuri appetiti e interessi che siano disposti ad udire le parole del padrone di casa, intrise col vezzo dell'eloquio e con quel che di funereo e lugubre che contraddistingue d'Arkness ovunque quest'ultimo si rechi.

Osservata, anche con sguardo attento, da fuori, la dimora pare semplicemente un appartamento come ce ne sono milioni, senza alcunch? che lo renda speciale, motivo per cui ? assai difficile distinguerlo in mezzo alla massa.

Ma non appena si varca la soglia, tutto appare coerente e simile all'abitatore del luogo. Le lingue di oscurit? avvolgono quasi tutto ci? che normalmente potrebbe essere visibile, e questa oscurit? viene appena divelta, di tanto in tanto, da luci timide e soffuse: la lampada di una scrivania, una candela su un comodino, e nulla piu'.

Nella penombra, sono visibili diversi poster di varia natura, che spaziano dagli schizzi a matita di stampo fantasy a veri e propri vessilli dell'occulto. Si respira un sapore pungente di satanismo e di cimiterialit?, che impregna il visitatore. Provenienti dalla piccola "camera da letto", si sentono le parole a basso volume di una canzone, che infrangono timidamente il tetro silenzio assieme a un rumore di scartoffie....

".....You stand before this court..... accused of heresy and witchcraft... how do you plead?"

*Attimo di pausa*

"GUILTY!" *la canzone continua perdendosi in un virtuoso assolo di chitarra elettrica*

[OOG] Per chi entra, avvertite la presenza lugubre del padrone di casa nella stanza piu' avanti, il quale presumibilmente si ? gi? accorto di voi, e vi attende comodamente e in silenzio. Non ? il massimo del galateo, ma ? lo stesso. Lo potete trovare seduto su una modesta sedia a sfogliare un libro nero e vecchio, con un titolo appena leggibile: "UMBRA". Non appena vi parate dinnanzi al suo cospetto, vi saluta e si accinge a parlare con voi[/OOG]

La stanza ? arredata con gusto minimalista e con una forma distorta di ordine, e nell'oscurit? si possono vedere molti libri poggiati alla bene e meglio qua e l?, pieni di foglietti e annotazioni al loro interno. V'? persino un computer acceso, ma vedendo che vicino ad esso c'? una guida per principianti all'utilizzo, si presume che il padrone di casa non sia affatto un esperto nell'uso del computer, ma credete altres? che gli basti "puntare e cliccare" per fare ci? che fa.

Il rumore di scartoffie e il gocciolio del rubinetto scandiscono quasi il tempo, mentre una sola luce nella sua camera fende il buio, illuminando il voluminoso tomo nero, e un sacco di fogli e fascicoli con numerose cartine e notizie storiche sul territorio Lunigianese, in particolare La Spezia........

Hector ? seduto sulla sua sedia, e continua a esaminare le sue carte, quando compone un numero con il cellulare a portata di mano, ma quasi sempre spento:

"Puoi venire domani. A mezzanotte in punto, cosicch? io possa far trovare tutto in ordine."

Chiude la chiamata, e poi spegne la luce.

Ed ? il silenzio.

Arrivo a casa e suono il campanello in attesa che Hector mi apra

*La porta viene aperta, e il padrone di casa ti saluta con un cenno, invitandoti ad entrare*

"Appropinquatevi senza timori, e mettete piede nella mia umile dimora, Mattias. Oggi sarete mio ospite."

"Portate con voi novit?? O avete bisogno di qualcosa di particolare?"

*chiede mentre dispone gli interni nel modo migliore per accogliere un ospite, anche se tutto ? attorniato dall'ombra*

Balian si avvicina alla porta... a passo lento aspettando pazientemente di essere accetato nel dominio D'Arkness

"Siete tanto voi i benvenuti quanto era inaspettata una simile affluenza, fratelli Lasombra......"

*con un mezzo, freddo sorriso accoglie entrambi nella sua dimora*

"...... ci sono i perfetti presupposti per una piccola riunione di clan, a quanto pare, in quanto posso godere di entrambe le vostre presenze. Ma prego, accomodatevi.... e non fate caso al disordine: pu? sembrare strano, ma insito in esso vi ? un piccolo, distorto ordine......"

*fa loro strada, entrando cos? nella camera e nello studio, dove vi sono molti libri, e un computer acceso, con davanti promemoria e manuali per il funzionamento*

"Sono felicissimo di vederla mio caro Hector... potremmo parlare in anticipo del nostro clan prima del prossimo eliseo.."

"Come mio solito, ho orecchie per ascoltarvi, Confratello, e sono sicuro che Voi avrete molti argomenti di cui discorrere, dati soprattutto gli ultimi ..... incresciosi ..... - *si schiarisce la gola - .....avvenimenti."

"Dunque, parlate. Anche voi Mattias, interloquiamo senza indugio alcuno....."

*si appoggia sulla sua sedia, e vi osserva con il solito modo di fare e portamento immutabile*

con un cenno faccio capire che vorrei prendere una sedia ed esordisco dicendo
"avete una bella dimora Hector vi faccio i miei complimenti...comunque dato che siamo tutti qui come ha detto balian potremmo parlare del clan cosa avete da dirci Balian"

"E' solo un piccolo, umile nido dove risiede un corvaccio del malaugurio che ama sfogare la sua sete di sapere e di eloquio su queste millemila scartoffie....." *dice sarcasticamente indicando i libri nella stanza, e si appresta nel frattempo ad ascoltare Balian*

"... Come sapete la Famiglia Fieschi da poche notte dispone di una maga di corte... dato che la fragile alleanza coi maghi ? stata posta su queste notti dubito che sia scelta saggia fanne un'ambasciatrice verso i carnefici che la volevano trucidare fino a dieci minuti fa..."

"...Ritengo che il Clan debba scegliere un rappresesntante per questo incarico e proporlo al principe in tempi utili.... affinche non si sacrifichi l'unico tremere del principato in un'inutile dimostrazione di diplomazia..."

"Ci? che voi dite collima con il mio pensiero. Per ora mi limito a confidare nel raziocinio del nostro caro Amedeo... sebbene mi tenga pronto a tragici risvolti degli eventi."

"Sapete com'?, il pessimismo ? universale."

"Giusto penso che quello che abbiate detto sia gisto! potermmo proporre qulcuno! avete qualche idea?"

"Suppongo che, mettendo da parte megalomania o egocentrismo, potrebbe proporre tranquillamente uno di noi tre, o pi? probabilmente uno fra voi due, che godete di pi? esperienza in questo principato... ma ho come l'impressione che il Barone abbia gi? ordito un efficiente schema di cui noi non siamo tenuti a conoscere tutti i dettagli."

*braccia conserte, riflette mentre ? seduto sulla sua poltrona nera*

"Aspettiamo e teniamoci pronti ad ogni possibile risvolto degli eventi, Mattias......"

OOG: Dovremmo parlare dopo l'ultimo Eliseo :) OOG

[OOG] Vero. [/OOG]

Dopo un p? di tempo, il Lasombra era rimasto solo, e in questa buia solitudine, egli si crogiolava, accingendosi a buttare parole su un vecchio e "vissuto" diario.

"I tasselli del mio mosaico concorrono a uniformarsi come io volevo che facessero.

E soprattutto...

....non sanno chi io sia."

E il buio continu? ad avvolgerlo, mentre il grammofono faceva risuonare nell'aria, sommessamente, altri inquietanti suoni.......

Busso alla porta e attendo risposta per entrare

*Lascia entrare Mattias, mentre sta seduto su una poltrona e scruta con occhio attento il tomo fra le sue mani come farebbe un mago con la sua sfera di cristallo*

"Lunganotte. Prevedevo il vostro arrivo.
Potremo discutere senza indugio, dunque, di faccende a noi ben conosciute."

*una lieve pausa, in cui chiude con un veloce ma posato gesto delle mani il suo libro nero, e alza il capo verso di lui*

"Forse riusciremo ad attuare quel piano, Mattias......."

"quasi sicuramente"rispondo
"il problema ? qundo!"

"Amedeo ? stato informato. Io ho il conto. Tu hai la carne da macello, senza nome e senza grado.

Sar? una bella guerra......... mi chiedo solo quanto consistente sar? il guadagno che trarremo."

*ghigna appena, mentre stringe gli occhi dietro il velo dei suoi ray-ban scuri, dondolandosi appena sulla sua poltrona, nella stanza immersa nella penombra*

*Durante un'altra notte in quell'oscura dimora, il padrone di casa sembra adoperarsi con alacrit? ad un misterioso progetto...

...le sue fredde e buie mani tengono avidamente alcuni polverosi tomi.

Tomi d'occulto.*

"E' divenuto POLVERE nelle mie mani.

Non ho potuto avere il suo sangue, e ho solo ottenuto l'arsura delle mie gelide carni.

Eppure, qualcosa mi torna in mano, trafugato dai suoi averi mal custoditi.

La Via sar? MIO appannaggio. Sar? MIO. MIO, ogni giorno di piu'.

E con essa, ben pochi cani da tiro potranno mordermi, n? un principe fantoccio, divenuto obeso delle sue patetiche e stomachevoli illusioni!"

*ride perfido, mentre il grammofono emette note nell'oscurit? e nella solitudine del luogo... "La sonata al chiaro di Luna", di Beethoven, e sfoglia le pagine dei libri con brama atavica*

"non crucciarti amico mio come hai potuto vedere si ? salvato lo stesso se ne sono felice di questo...ad ogni modo mi preoccupo per la situazione di BAlian!"

"A dire la verit? me ne preoccupo solo perch? un irriverente spagnardo e il suo "HERMANITO" con la passione per la stregoneria, assieme a un insignificante figlio di Haqim, possono muoverlo come la marionetta che ?, senza che i suoi reali padroni possano averne il TOTALE controllo.

Non bisogna reciderle alcun filo, basta solo mettere in chiaro chi siano coloro che hanno i titoli per tenderli......"

"nelle tue parole scorgo ogni tanto molta saggezza"

"Per quanto riguarda il Magi, mi ha appena dato un motivo per farlo a brandelli...."

*ti racconta le faccende della colonia dei Gatti*

[Riprendo a postare qui, dopo che il caro Hector si ? occupato delle ambascerie fuori dal suo rifugio, e dopo che ha passato ore di studio febbrile nello studio del maschio del castello...]

*Dopo moltissime notti, nella solitudine e nel silenzio di quel rifugio, qualcosa scuote tutta quest'atmosfera. Qualche bagliore ancor pi? oscuro emerge, come un faro di dannazione e buia, gelida luce, dal mare di tenebra denso e profondo come il catrame, che avvolge quella consumata e antica mobilia, che soffoca ogni rumore, che soffoca ogni luce.

Hector d'Arkness, chiude con le sue gelide e affusolate mani il tomo che ha dinnanzi, sulla cui vecchia copertina troneggia il simbolo di una goccia rossa, inscritta in un pentacolo.

Poi, prova a mordersi il polso, e a succhiare il suo stesso sangue, in un gesto blasfemicamente ieratico, solenne quanto inquietante. Gli occhi gli si illuminano di brama.*

"Questo sangue non ha mai avuto un sapore cos? delizioso. Non vedo l'ora di capire cosa mi riservino...... gli altri.... CAPITOLI.....

.....Ora posso anche distrarmi da questi miei onerosi compiti e da queste mie affannose cerche.

Andiamo a vedere.... come stanno..... I LUNATICI."

*Ghigna perfido e avvampato di bramosia, mentre la solitudine totale lo avvolge, e mentre le sue grinfie ghermiscono quel tomo di conoscenza oscura, che mai sarebbe dovuto posarsi su quella scrivania....*